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Nell’epoca contemporanea, la questione della parità di genere nelle aziende non è soltanto un imperativo etico, ma si sta affermando sempre più come un fattore critico per il successo e la sostenibilità. 

Imprenditori e leader aziendali si trovano quindi di fronte alla sfida di trasformare le proprie organizzazioni in luoghi di lavoro equi e inclusivi. In questo contesto, la certificazione UNI PdR 125 del 2022 emerge come uno strumento chiave per promuovere attivamente l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro. 

Questo articolo si propone di esplorare come la certificazione UNI PdR 125 possa servire da catalizzatore per colmare il divario di genere, offrendo agli imprenditori le informazioni necessarie per comprendere e perseguire questo importante obiettivo.

Cosa è la UNI PdR 125?

La UNI PdR 125 rappresenta una prassi di riferimento sviluppata in Italia per guidare le aziende nell’implementazione di politiche di parità di genere. 

Questo standard fornisce un quadro strutturato per valutare e migliorare l’uguaglianza di genere all’interno delle organizzazioni, abbracciando aspetti quali la remunerazione, le opportunità di carriera, la conciliazione vita-lavoro, e la cultura aziendale. La sua adozione testimonia l’impegno di un’azienda verso la realizzazione di un ambiente di lavoro equo e inclusivo.

La certificazione basata sulla UNI PdR 125 offre alle aziende non solo la possibilità di fare una differenza concreta nella vita dei propri dipendenti ma anche di posizionarsi favorevolmente nel panorama aziendale e sociale. Averla significa avere una mappa chiara e degli obiettivi misurabili per raggiungere la parità di genere, elementi cruciali per il progresso sociale ed economico.

Chi rilascia la certificazione UNI PdR?

La certificazione basata sulla UNI PdR 125 è rilasciata da enti di certificazione accreditati presso Accredia (ai sensi del regolamento CE 765/2008) che valutano le aziende secondo i criteri stabiliti nella prassi di riferimento. Questi enti operano con rigorosi standard di imparzialità e competenza, assicurando che la certificazione rifletta veramente l’impegno e i risultati di un’azienda nell’ambito della parità di genere.

Ottenere la certificazione non è solo un segno distintivo di eccellenza, ma anche un processo di valutazione che può offrire spunti preziosi per il miglioramento continuo. 

Gli enti di certificazione forniscono alle aziende feedback e raccomandazioni su come potenziare ulteriormente le proprie politiche e pratiche di parità di genere.

Quali sono i KPI previsti dalla PdR 125?

La PdR 125 stabilisce una serie di indicatori chiave di performance (KPI) che permettono alle aziende di misurare i propri progressi verso la parità di genere. 

Questi includono:

 

    • Differenza retributiva di genere: misura le disparità salariali tra uomini e donne.

 

    • Percentuale di donne in posizioni di leadership: indica la rappresentanza femminile nei ruoli decisionali.

 

    • Tasso di assunzione e promozione di genere: valuta l’equità nei processi di reclutamento e avanzamento professionale.

 

    • Soddisfazione dei dipendenti riguardo le politiche di equità: riflette il benessere percepito dei lavoratori in relazione alle iniziative di parità di genere.

 

    • Tasso di ritorno al lavoro dopo la maternità/paternità: misura l’efficacia delle politiche di supporto alla genitorialità.

L’adozione di questi KPI consente alle aziende di avere una visione chiara dell’impatto delle proprie azioni e di orientare strategicamente le future iniziative per la parità di genere.

Come ottenere la certificazione UNI PdR?

Per le aziende decise a intraprendere il percorso verso l’uguaglianza di genere, ottenere la certificazione UNI PdR 125 rappresenta un passo fondamentale. Questo processo si articola in diverse fasi, ognuna delle quali richiede attenzione e dedizione, ma il risultato finale offre benefici tangibili sia per l’organizzazione che per i suoi dipendenti. Ecco una guida passo passo per navigare il processo di certificazione.

In primo luogo, è essenziale condurre un’analisi interna per valutare lo stato attuale dell’azienda in termini di parità di genere. Questo include l’identificazione di aree di forza e di miglioramento, così come la raccolta dei dati relativi ai KPI previsti dalla PdR 125. Successivamente, le aziende dovrebbero sviluppare e implementare politiche e pratiche che promuovano l’uguaglianza di genere, indirizzando specificamente le aree identificate durante l’analisi iniziale.

Una volta che queste pratiche sono state messe in atto, le aziende possono rivolgersi a un Organismo di Certificazione accreditato, come indicato nell’Elenco fornito dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Presentando la documentazione richiesta e superando l’audit di certificazione, le imprese dimostrano il loro impegno e conformità agli standard stabiliti dalla UNI PdR 125.

Cosa prevede l’audit?

Il processo di audit prevede una valutazione approfondita delle politiche e delle pratiche aziendali in materia di parità di genere. Questo passaggio è cruciale per assicurare che le iniziative intraprese siano non solo efficaci ma anche sostenibili nel tempo. Superato l’audit, l’azienda riceve la certificazione UNI PdR 125, un riconoscimento del suo impegno verso un ambiente di lavoro equo e inclusivo.

Ottenerla non segna però il termine del viaggio verso l’uguaglianza di genere, ma piuttosto l’inizio di un impegno continuo a migliorare e adattare le politiche aziendali alle esigenze dei dipendenti e alle evoluzioni del contesto sociale ed economico. Le aziende certificate sono dunque chiamate a mantenere e rinnovare la loro certificazione, dimostrando così un impegno costante verso l’uguaglianza di genere.

A cosa serve la certificazione di parità di genere?

La certificazione di parità di genere serve come testimonianza dell’impegno di un’azienda verso l’uguaglianza e l’inclusività

Essa non solo migliora l’immagine dell’azienda agli occhi di clienti, partner e potenziali dipendenti, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più giusto e motivante per tutti i dipendenti.

Al di là dei benefici reputazionali, la certificazione spinge le aziende a implementare politiche concrete che promuovono la parità di genere, migliorando così la soddisfazione e la produttività dei dipendenti e contribuendo alla riduzione del turnover.

Quanto dura la certificazione parità di genere?

La durata della certificazione varia in base all’ente che la rilascia, ma generalmente ha una validità di tre anni

Durante questo periodo, le aziende sono soggette a controlli periodici per assicurare che mantengano gli standard richiesti dalla UNI PdR 125.

Al termine dei tre anni, le aziende devono sottoporsi a un processo di rinnovo della certificazione, che prevede una nuova valutazione completa. Il rinnovo della certificazione è un’opportunità per le aziende di riflettere sui progressi compiuti, rivedere le proprie politiche e pratiche, e stabilire nuovi obiettivi per continuare a promuovere la parità di genere.

Sostegno alle PMI per la Certificazione di Parità di Genere: Contributi del PNRR

Nell’ambito degli sforzi nazionali volti a promuovere l’uguaglianza di genere, l’Italia si è posta un obiettivo ambizioso all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): migliorare la propria posizione nell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere (EIGE). Con l’intento di scalare la classifica di cinque posizioni entro il 2026, il Paese mira a certificare almeno 800 imprese, di cui almeno 450 PMI, come parte di questa iniziativa strategica.

Per facilitare questo percorso verso la certificazione di parità di genere, è stato stanziato un fondo di 5,5 milioni di euro destinato a coprire i costi associati alla certificazione. In particolare, le micro, piccole e medie imprese possono beneficiare di un supporto finanziario significativo per ottenere la Certificazione per la Parità di Genere senza oneri aggiuntivi. 

Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha istituito un Elenco di Organismi di Certificazione (OdC) accreditati, tra cui figura ECO Certificazioni, che le PMI possono consultare per avviare il processo di certificazione.

In questa ottica, è previsto un rimborso agli OdC per ogni PMI certificata, con un importo variabile tra 1.800,00 € e 10.245,00 € al netto di IVA, calcolato in base ai tempi di audit delineati dal documento internazionale IAF MD 05

Questo incentivo si configura come una leva fondamentale per stimolare le PMI a intraprendere il cammino verso l’uguaglianza di genere, contribuendo così all’obiettivo più ampio di promuovere un cambiamento positivo nel tessuto economico e sociale del Paese.

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