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Nell’articolo di oggi parliamo di alimentazione kosher e cibo kosher. All’interno di uno scenario economico sempre più globalizzato, animato da una molteplicità di tradizioni religiose, diventa fondamentale per le imprese tener conto di questo melting pot culturale.

Questo principio vale ancora di più per quelle  aziende che si occupano di agroalimentare che vogliano estendere la propria competitività al di fuori dell’Italia ma anche soddisfare le esigenze di una clientela sempre più variegata all’interno dei confini nazionali.

L’Italia è uno Stato laico che storicamente si caratterizza per la presenza sul territorio di una molteplicità di confessioni religiose, le cui prescrizioni impattano sulle scelte alimentari dei credenti.

è il caso ad esempio della religione ebraica che nel tempo ha determinato la necessità di definire la certificazione Kosher.

Si tratta di una attestazione volontaria di liceità contenute nella Bibbia i cui principi impattano su:

  • definizione degli alimenti che è possibile consumare
  • modalità di trattamento degli alimenti e dei macchinari da impiegare
  • individuazione di parametri che definiscono la contaminazione dei cibi

 Kosher cos’è?

Il termine kosher deriva dall’ebraico e in italiano significa “adatto”, “conforme alla legge”. Tale conformità si riferisce al fatto che gli alimenti seguendo le regole dietetiche contenute nella Tōrāh il testo sacro per gli ebraici che corrisponde ai primi cinque libri del Vangelo.

Una delle più importanti prescrizioni contenute si riferisce alla distinzione tra animali puri che quindi sono commestibili e quelli impuri, ovvero dannosi per l’anima.

Secondo questa classificazione, il certificato Kosher deve tener conto del fatto  che sono considerati puri gli animali non carnivori con lo zoccolo fesso, ovvero spaccato in due e ruminanti.

Tra i quadrupedi sono considerati puri: alcuni, bovini e caprini

Tra i volatili è escluso il consumo di animali notturni o rapaci come i gufi e gli avvoltoi.

Le prescrizioni si estendono anche agli animali marini. Sono considerati impuri i molluschi, i frutti di mare, tutti i pesci con forme inconsuete, nonché i mammiferi come la balena o il delfino.

Inoltre, la certificazione assicura che i prodotti Kosher siano selezionati in modo da evitare il contatto e quindi la contaminazione di animali considerati impuri.

Requisiti Certificazione Kosher

La regolamentazione per la Certificazione Kosher deve tener conto anche delle prescrizioni relative al modo in cui le materie prime devono essere trattate per arrivare alla preparazione di alimenti idonei al consumo.

Queste presuppongono che gli animali destinati al macello debbano essere trattati in modo da evitare qualsiasi forma di sofferenza, unita al divieto di consumare sangue.

Tenendo presenti tali presupposti, i requisiti della certificazione Kosher sono riassumibili nei seguenti punti:

  • Divieto di consumare carne di animali non erbivori privi di zoccoli o con zoccoli privi di fessure (inclusi quindi il maiale o il cavallo).
  • La macellazione degli animali deve avvenire rispettandone la dignità.
  • La carne prima di poter essere consumata deve essere purificata dal sangue o grigliata
  • La frutta e la verdura possono essere consumate a patto che non contengano insetti, considerati impuri.
  • Non è possibile consumare la carne combinata con il latte o altri derivati del latte.

La certificazione Kosher è la fase finale di un lungo processo che assicura che l’alimento che arriva sul tavolo sia il risultato di un’accurata scelta delle materie prime che devono essere lavorate all’interno di impianti che devono obbligatoriamente e preventivamente lavati a caldo per evitare qualsiasi rischio di contaminazione.

Prodotti Kosher

I prodotti Kosher sono alimenti che nel tempo si sono affermati di largo consumo, non solo per le persone di religione ebraica. 

Il loro acquisto è in crescente aumento non solo da parte di persone aderenti ad altre confessioni religiose (indù, musulmani) ma anche per ragioni etiche e da chi ha intolleranze alimentari.

Le certificazioni alimentari Kosher rappresentano infatti una ulteriore garanzia rispetto alla possibilità di controllare che gli alimenti non contengono grassi e carni animali.

La certificazione Kosher diventa quindi fondamentale sia nella filiera ma anche in ambito domestico perché consentono di essere presenti su un mercato riconoscibile composto da clienti con esigenze particolari che si assicurano di consumare cibi affidandosi alla certificazione nel rispetto del loro credo religioso.

Regolamentazione Kosher nell’Unione Europea

La normativa europea, sulla base dell’attenzione imposta rispetto al benessere degli animali, conferma il diritto degli Stati membri di consentire una deroga all’obbligo dello stordimento preventivo l’abbattimento che è considerato una forma di violenza secondo i principi Kosher.

Clicca qui per consultare il regolamento di adeguamento alla normativa CE.

Per poter definire un prodotto conforme ai principi Kosher è necessario ottenere l’apposita certificazione.

Food Consulting collabora con UCEI – Unione Comunità ebraiche italiane – ente italiano di certificazione. UCEI e Food Consulting guidano le aziende nel processo di certificazione Kasher, con una consulenza che ti assiste nella:

  • Creazione o modifica dei prodotti/ingrediente al processo di certificazione
  • Formazione del personale addetto alla produzione secondo le linee guida Kasher
  • Formazione dei responsabili dell’ufficio che si occupa di esportare i prodotti
  • Consulenza per la creazione di canali di distribuzione sia nei paesi di religione ebraica che nel mercato italiano.

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